La storia si scrive (anche) a Montecatini: Castruccio Castracani

La storia si scrive (anche) a Montecatini: Castruccio Castracani

11 Maggio 2021 0 Di silviaciacci

Bartolozzi PHYGITAL BROKER

“Siamo nani sulle spalle dei giganti”, narrava un antico filosofo, e sembra impossibile affermare il contrario. Eppure, in concreto, quanti di noi realizzano di camminare letteralmente ogni giorno sulla storia?

Perché sì, anche fra le vie affollate di Montecatini, dove oggi sorge un bar o una boutique alla moda, un tempo si decidevano le sorti dell’intera Toscana. E allora, che siate maturandi, nostalgici, o semplicemente curiosi, questa storia fa al caso vostro…

Molti secoli fa, la nostra cittadina fu teatro di una sanguinosa battaglia (no, non quella per aggiudicarsi la prima fila alla finale di Miss Montecatini): precisamente, il 29 agosto 1315, le forze militari guelfe e ghibelline si dichiararono guerra nei pressi di Montecatini, con un unico obiettivo: la supremazia assoluta sulla Toscana.
Da un lato, la forza bruta della grande Firenze (alleata con le guelfe Siena, Prato, Pistoia e molte altre) prevedeva una facile vittoria; dall’altro, l’astuzia di lucchesi e pisani le preparava una sorte ben più amara, grazie alla guida di Uguccione della Faggiola e Castruccio Castracani. Ed è proprio quest’ultimo il protagonista della nostra storia (il vero primo Mister Montecatini, se Isacco ce lo permette), che grazie alle proprie acute strategie frenò la sete fiorentina di conquista.

Vero maestro dell’arte militare, il nostro Castruccio guadagnò la sua fama proprio a Montecatini. Qui, Castracani iniziò genialmente la battaglia con i suoi uomini migliori, a cui i fiorentini risposero invece con le pedine più deboli e sacrificabili. E la vittoria fu certa quando il ghibellino sfoderò il suo asso nella manica: un esercito di ben 800 Miss.. ehm volevo dire…mercenari.
La potenza di un’intera coalizione fu così schiacciata dall’astuzia di un singolo uomo, che secoli dopo sarebbe stato descritto dall’illustre Machiavelli quale “splendido condottiero, non inferiore né a Filippo di Macedonia, né a Scipione di Roma”.

La Valdinievole medievale, sorvolata con gli occhi di Leonardo

E Dante cosa c’entra

La brillante vittoria di Montecatini (ripetuta anche nel 1325, ad Altopascio) prometteva un futuro migliore per la Toscana, dove piccoli territori potessero sopravvivere all’egemonia fiorentina: la riconquista era iniziata e tutti sembravano accoglierla con gioia. Tutti, compreso il celeberrimo Dante Alighieri, che secondo la tradizione si sarebbe trovato proprio a Montecatini quel giorno, tifando per la vittoria ghibellina. Il sommo poeta sperava infatti che i lucchesi entrassero a Firenze e ne ribaltassero la guida politica, così da permettere il rientro in patria ai tanti esiliati come lui. Ahimè, in quel sanguinoso 29 agosto, Dante non sapeva che Castruccio lo avrebbe presto deluso: pagato dai guelfi, egli infatti non invase Firenze, ritirandosi invece proprio alle sue porte.
Ma, sinceramente, dopo aver passato cinque anni di scuola a studiarlo, ormai a chi sta simpatico Dante?

Dante avrebbe persino riservato un posto nel suo Inferno a Castruccio Castracani

Tornando al nostro Castruccio, egli fu ampiamente ripagato per le sue gesta dal popolo lucchese, che lo acclamò prima Capitano Generale, poi Console a vita ed infine Signore della Città.
Ma, come molte favole nel regno della realtà, la sua storia non volge purtroppo verso un lieto fine.
Infatti, proprio mentre stava per assediare Firenze e sferrarle l’attacco decisivo, il dovere chiamò Castruccio a Roma per l’incoronazione dell’imperatore Ludovico il Bavaro. Poco dopo, tragiche febbri malariche lo travolsero durante l’assedio di Pistoia. Qui, Castruccio trovò la morte il 3 settembre 1328, e con lui si spense anche l’ultima resistenza all’egemonia di Firenze.

Ma la leggenda narra che ancora oggi, nelle notti di luna, la valle di Montecatini riecheggi delle sue grida, e del rumore dei cavalli spronati all’attacco…

Ok, forse questo no. Ma, invero, la testimonianza di questo eroe è impressa nella nostra terra e radicata nel nostro orgoglio. Così, per scovarne i segreti della valle, è necessario che noi, strateghi di oggi, sfoderiamo le nostre armi migliori: la conoscenza, il ricordo, l’immaginazione…

Chi è Silvia Ciacci? Scoprilo nella pagina CHI SIAMO…..

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